Sottotitolo: Il cambiamento prodotto dagli approcci cognitivo-comportamentali confrontativi e prescrittivi spesso è transitorio. Una psicoterapia del profondo, che produca guarigione e cambiamento stabili, richiede ulteriori e nuovi Metodi, essenzialmente relazionali, in cui offrire e co-creare un contesto relazionale sicuro, in cui sia possibile fidarsi e affidarsi, per poter tornare “là e allora”, ricordare il dolore che non fu sostenibile e riparare ciò che si ruppe dentro di sé. La Psicoterapia Integrativa, sviluppo dell’Analisi Transazionale elaborata da Eric Berne negli anni ’60-’70, offre oggi un approccio alla terapia del profondo essenzialmente relazionale e integrativa sia della personalità che degli approcci teorici e metodologici coerenti con la visione dell’uomo come creatura essenzialmente relazionale.
La domanda che ci si pone è: “Come allora si possono abbassare quelle difese e accedere di nuovo a quei ricordi, alle paure, alle conclusioni, alle decisioni – spesso tremendamente autolimitanti – prese per poter sopravvivere e fissate in termini fisiologici, inconsapevoli”, in modo da poter riparare i danni subìti? Certo, perché una psicoterapia che non sia riparativa di rotture profonde, non produce uno sviluppo integrale e stabile. Per essere ripartiva, una psicoterapia ha bisogno di andare in profondità ed essere innanzitutto coerente tra i valori che la caratterizzano, le teorie della personalità che adotta e i metodi per la cura. Per promuovere integrazione, infatti, valori, teorie e metodi hanno bisogno di essere profondamente coerenti ed integrati tra loro.
Alla domanda iniziale, rispondo dicendo innanzitutto che le parole non bastano. Men che mai le interpretazioni, poiché nulla sappiamo dell’esperienza dell’altro e dei significati che una data esperienza ha ed ha avuto per lui. Le parole, poi, nemmeno bastano da sole a far riemergere i ricordi dei traumi e delle trascuratezze più antiche, perciò inconsapevoli, che hanno generato nel bambino un dolore così grande da obbligarlo ad interrompere il contatto con esso per non esserne sopraffatto.
Occorre un Metodo per costruire una relazione piena di contatto, che consideri la persona un valore assoluto e la relazione la motivazione fondante il comportamento. Un Metodo che consideri i sintomi come una soluzione creativa ad un dolore insostenibile, là e allora, in quella certa situazione in cui c’erano persone significative e avvenivano determinati fatti. Un Metodo perciò pieno di rispetto nel complesso processo di entrare in contatto e di costruire insieme al cliente la guarigione dalle ferite causate dai danni subiti. Nella mia esperienza, ho potuto apprezzare l’approccio innovativo della Psicoterapia Integrativa, consistente sviluppo dell’Analisi Transazionale così come Eric Berne (1961; 1964) inizialmente la propose, che ha il pregio di porsi come una meta-teoria e un meta-modello valido ed utilizzabile da molti approcci, poiché promuove proprio l’integrazione delle teorie e dei metodi coerenti con la visione valoriale e relazionale della motivazione umana. Non solo, la Psicoterapia Integrativa offre la “Chiave dei Metodi” come strumento di approccio ad una relazione di cura piena di contatto con l’esperienza e i significati di quell’esperienza per il cliente.
Lo scopo ultimo è l’integrazione dei domìni della personalità e l’integrazione delle parti scisse del Sé a causa di trascuratezze e traumi che segnarono lo sviluppo armonioso della personalità. Per ritrovare la propria interezza, la propria capacità di cooperare e creare comunione e qualità di vita nelle relazioni con gli altri. Chi è curioso, può visitare i siti www.integrativeassociation.com e integrativetherapy.com