A quanto pare, autenticità non si combina più con stabilità e continuità nelle sempre più numerose forme di convivenza come coppia. Stando ai dati dell’ultimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, le relazioni appaiono infatti sempre più temporanee, reversibili, asimmetriche, ma – almeno così sembra – autentiche. Ci si dice dunque apertamente le cose, ma la capacità di mediare, di comporre le diversità a favore della stabilità e della continuità è tutta da verificare.
Piuttosto, invece, la relazione si spezza. Intanto, può essere interessante dare un’occhiata ad alcuni dati. In Italia si calcolano oggi 4,8 milioni di single non vedovi, 1,5 milioni di genitori soli, oltre un milione di unioni libere, con un picco verticale di quelle celibi/nubili, e delle famiglie ricostituite non coniugate. Al tempo stesso, diminuiscono le coppie coniugate (- 3,2%) e più ancora quelle coniugate con figli (-7,9%). Nell’ultimo anno, sono stati quasi 140 mila i bambini nati fuori dal matrimonio (+59,9% in un decennio). “Emerge insomma l’erosione delle forme più tradizionali di relazionalità tra le persone e il contestuale sviluppo – scrivono i ricercatori del Censis – di modelli
diversi che allo stress test dei tradizionali criteri di valutazione delle relazioni formalizzate, come la durata e la continuità, risultano piuttosto friabili. Vince la spinta ad abbassare le barriere di ingresso e di uscita nelle relazioni affettive”.
Per i giovani, il matrimonio basato sul modello “fino a che morte non vi separi” non sembra essere pienamente adeguato per interpretare le reazioni tra le persone. Il 53% dei giovani vorrebbe “modelli più flessibili di formalizzazione delle convivenze”. Anche perché per molti di loro occorrono alcune condizioni per una convivenza o per il matrimonio: lavoro e reddito stabili, risparmi accantonati, aver convissuto per un po’ di tempo con la persona scelta, aver portato a termine gli studi.
Sarebbe bello poter proseguire quest’indagine e scoprire se il sogno di un amore che duri per sempre è stato abbandonato oppure è ancora segretamente vivo nei cuori, anche se ritenuto alquanto irrealizzabile di fronte alla modernità e al progresso. Il dubbio viene perché il bisogno umano universale che fa funzionare bene la mente e le relazioni è di stabilità, prevedibilità, continuità e identità.
Cosa ci è successo per non riuscire a mettere insieme queste funzioni psicologiche vitali con l’autenticità? Perché sembra impossibile essere autentici e insieme comporre le diversità per arrivare a poter raccontare una storia d’amore spessa, densa, di un amore “consumato” e reso forte dalle tante prove superate insieme nel corso degli anni?